La vigna - Inverno
Inverno
E’ cuore profondo, l’inverno.
Nitore slanciato di luce, nudità scabra delle forme.
Ritorno all’essenza pura delle cose.
Così la vite.
Si spoglia, nel suo giaciglio silenzioso di dormienza.
Ed io ne ridefinisco la forma.
Recido il vecchio, scelgo il vigore di un tralcio gonfio di presente, preparo –in uno sguardo a sperone- la sua durata nel futuro.
E’ silenzio puro in vigna.
Ed è tensione di freddo sotto il sole, un rigore che travalica di luce.
Conosco – in potatura- le cime più scoperte dell’intimità.
Dialogo serrato di forbici e legno bruno.
Pareti di tralci che si spogliano, e lasciano spazio alla perfezione essenziale di una forma, ripetuta attraverso l’assiduità di migliaia di ceppi, organismo unico, sinfonico, eppure puntellato di individui.
Visione che accorpa in un gesto tre diversi tempi –passato, presente e avvenire- scolpendo la bellezza nella semplicità di una forma.
Forma che è vita rinnovata.
Forma di grazia limpida.
Cristallo forte e fragile nascosto dentro il legno.