Conosci Giulia
Credo che a determinare l’identità di una persona sia soprattutto ciò che ama; così mi incantò sentire mio cognato Dario rivolgersi alla sua bimba, il piccolo fiore Rebecca, nel cuore del suo primo anno, con queste parole:
“Ecco zia Giulia: lei sarà per te lunghe passeggiate, profonde letture e un calice di vino bianco.”
Perché questo è ciò che amo.
Il vento che fascia tutto il corpo lungo le creste montane, e la stanchezza racchiusa nei muscoli dopo la tensione di una lunga salita.
I tappeti d’erba puntellati dalla nascente discrezione della prima primavera, spalancati all’improvviso nei boschi.
La roccia, quell’urlo fra terra e cielo con cui la montagna disvela la sua nudità.
E amo il mare, sia la sua tenerezza azzurra, sia il suo profondo manto blu, firmamento in continuo movimento, pace senza tregua.
Ne amo la possibilità immensa di utero, come si ama un ritorno a ciò che ci precede, con l’intensità cieca e totale del riconoscimento di un origine.